Femminicidio #16
Com'è un campo di concentramento giapponese? Gianna se lo domanda mentre cerca l'ispirazione per scrivere qualcosa sul femminicidio. In India hanno ucciso una giovane donna. Stuprata da sei uomini, su un autobus. Davanti agli occhi del fidanzato. Poi gettata giù in strada, come un animale. Lei, Gianna, in un campo di concentramento giapponese c'era stata, quando suo padre rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò. Strana storia: andare in Giappone per scappare al fascismo ed essere internati per essersi rifiutati di aderire all'ultimo sussulto della dittatura. Cosa c'entra con lo stupro di Damini? Proprio nulla, ma a lei quella domanda ronza nella testa e non se ne va, come la mosca impazzita che sbatte contro il vetro della stanza. Perchè sono passati settanta anni e negli anni duemila, negli anni della tecnologia, dei diritti civili e delle nuove democrazie, è incomprensibile che ci siano ancora simili delitti. Ma le donne non sono rimaste a guardare, si son