Lettera aperta a don Tommaso
Caro don Tommaso
premesso che mi stai simpatico a prescindere in quanto è presumibile che tra Tommaso e Tomaselli ci siano delle affinità, riguardo la tua lettera a don Piero qui mi permetterei alcune osservazioni.
Anzitutto mi pare imprudente denunciare una qualcerta incompetenza dei preti a parlare di donne a causa dell'ambiente del seminario e della maturità affettiva dei formatori in esso presente e a cui si deve la vostra formazione. Imprudente in quanto, se rendesse incompetente don Piero a parlar male delle donne (sempre ammesso e non concesso che effettivamente don Piero ne abbia parlato male, particolare di cui discuteremo tra breve) renderebbe altresì pure lei altrettanto incompetente a parlarne bene.
Pertanto, mi consenta, o siete ambedue competenti o siete ambedue incompetenti, a prescindere. Se invece si dovesse vagliare la storia personale di ogni prete per premiare la sua maturità e dignità sacerdotale, credo che tale compito abbia le proprie autorità predisposte: un prete che parla male di un altro prete non fa un servizio a sè, nè all'altro prete, nè al Vangelo. Eppoi un prete ex militare, ex incursore della Marina, quale è don Piero, mi viene il sospetto che di donne ne possa sapere molto di più di un prete che ha seguito un tradizionale percorso formativo, però il sospetto me lo tengo per me per non peccare attribuendo a don Piero comportamenti che forse avrei tenuto io.
In secondo luogo mi consenta di domandarle se è davvero convinto che ricordare alle donne che devono ritenersi responsabili dei propri comportamenti, tolga a loro qualche merito o non sia piuttosto il contrario.
Davvero, strano ragionamento da parte di un prete.
A questo punto, perchè condannate, voi preti in generale ma suppongo anche lei in prima persona, la pornografia? Se il comportamento delle donne, se la nudità esibita non provoca alcuna reazione negli uomini, perchè è una attività immorale? Perchè lei probabilmente non consiglierebbe alle sue migliori catechiste di seguire la carriera della pornostar?
Perchè il nocciolo del discutere sta proprio qui: hanno le donne una qualche responsabilità nelle relazioni che intrattengono? Un conflitto tra un uomo e una donna è sempre e solo colpa dell'uomo?
E non mi venga a dire che le donne uccise per mano maschile sono di più degli uomini uccisi per mano femminile. Il suo collega, di cui io sono un ammiratore incondizionato, don Milani, diceva che tanto è ladro chi ruba che chi para il sacco: solo per citare un dato tra mille, per ogni donna uccisa da mano maschile (non necessariamente per un conflitto sentimentale) muoiono almeno tre padri separati per suicidio. Questo dato le dice niente? Perchè della subdola e pervasiva violenza femminile non si deve parlare?
Lei in quanto prete mi dovrebbe convincere del fatto che metà dell'umanità non è responsabile dei propri atti e comportamenti. Faccio fatica ad immaginare le sue argomentazioni, ma resto in attesa.
Cordialmente sempre suo
Cosimo Tomaselli
premesso che mi stai simpatico a prescindere in quanto è presumibile che tra Tommaso e Tomaselli ci siano delle affinità, riguardo la tua lettera a don Piero qui mi permetterei alcune osservazioni.
Anzitutto mi pare imprudente denunciare una qualcerta incompetenza dei preti a parlare di donne a causa dell'ambiente del seminario e della maturità affettiva dei formatori in esso presente e a cui si deve la vostra formazione. Imprudente in quanto, se rendesse incompetente don Piero a parlar male delle donne (sempre ammesso e non concesso che effettivamente don Piero ne abbia parlato male, particolare di cui discuteremo tra breve) renderebbe altresì pure lei altrettanto incompetente a parlarne bene.
Pertanto, mi consenta, o siete ambedue competenti o siete ambedue incompetenti, a prescindere. Se invece si dovesse vagliare la storia personale di ogni prete per premiare la sua maturità e dignità sacerdotale, credo che tale compito abbia le proprie autorità predisposte: un prete che parla male di un altro prete non fa un servizio a sè, nè all'altro prete, nè al Vangelo. Eppoi un prete ex militare, ex incursore della Marina, quale è don Piero, mi viene il sospetto che di donne ne possa sapere molto di più di un prete che ha seguito un tradizionale percorso formativo, però il sospetto me lo tengo per me per non peccare attribuendo a don Piero comportamenti che forse avrei tenuto io.
In secondo luogo mi consenta di domandarle se è davvero convinto che ricordare alle donne che devono ritenersi responsabili dei propri comportamenti, tolga a loro qualche merito o non sia piuttosto il contrario.
Davvero, strano ragionamento da parte di un prete.
A questo punto, perchè condannate, voi preti in generale ma suppongo anche lei in prima persona, la pornografia? Se il comportamento delle donne, se la nudità esibita non provoca alcuna reazione negli uomini, perchè è una attività immorale? Perchè lei probabilmente non consiglierebbe alle sue migliori catechiste di seguire la carriera della pornostar?
Perchè il nocciolo del discutere sta proprio qui: hanno le donne una qualche responsabilità nelle relazioni che intrattengono? Un conflitto tra un uomo e una donna è sempre e solo colpa dell'uomo?
E non mi venga a dire che le donne uccise per mano maschile sono di più degli uomini uccisi per mano femminile. Il suo collega, di cui io sono un ammiratore incondizionato, don Milani, diceva che tanto è ladro chi ruba che chi para il sacco: solo per citare un dato tra mille, per ogni donna uccisa da mano maschile (non necessariamente per un conflitto sentimentale) muoiono almeno tre padri separati per suicidio. Questo dato le dice niente? Perchè della subdola e pervasiva violenza femminile non si deve parlare?
Lei in quanto prete mi dovrebbe convincere del fatto che metà dell'umanità non è responsabile dei propri atti e comportamenti. Faccio fatica ad immaginare le sue argomentazioni, ma resto in attesa.
Cordialmente sempre suo
Cosimo Tomaselli
Caro Cosimo, i tuoi interrogativi sono tutti importanti, non riesco a risponderti a tutto, però!
RispondiEliminaSarò critico nei riguardi di un confratello e anche della formazione che abbiamo ricevuto, ma se lo faccio perché trovo dissonanze con il Vangelo. Questo è un mio tentativo (magari non riuscito) di esercitare il dono della profezia, ricevuto col battesimo.
Che ci siano forme di violenza più subdola di quella fisica concordo con te, ma rientrano comunque in quella educazione agli affetti cui noi preti dovremmo essere maestri.
Grazie