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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Vegetalebani

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Ritornano con la costanza dei peggiori fanatici in nome dell'amore per gli animali con uno sguardo che trasuda un odio incontenibile per gli umani. Sono gli animalisti, i fanatici dei diritti degli animali. I quali adesso vorrebbero arruolare papa Francesco nelle loro fila . Per fortuna che il papa argentino è abituato a questi tentativi di strumentalizzazione e sa riconoscere il puzzo dell'eresia. È una forma della follia contemporanea, perchè Dio confonde la ragione di coloro che vuole perdere. Non si tratta di una eresia nuova, anzi, il chè toglie loro ogni scusante, perchè se fosse una novità avrebbero perlomeno la giustificazione che nessuno glielo aveva mai detto che erano fuori di testa. Ma di follie alimentari la storia è piena, basate sul giusto principio che siamo quello che mangiamo puntano all'obiettivo di evitare ogni contatto con il male. Folli di quella follia che animò il britannico Pelagio convincendolo che l'uomo può giungere alla salvezza co

Vegetarianesimo pasquale

Lanza del Vasto era vegetariano e nella Bibbia sta scritto che Dio nel Paradiso terrestre diede agli uomini da mangiare i semi delle piante. Purtuttavia il vegetarianesimo contemporaneo spaventa. Si associa in genere a due fattori: da un lato la compassione per gli animali, la loro carne e le loro pellicce, va di pari passo con l'indifferenza verso gli uomini, dall'altro vuole giudicare da mille miglia con la vista corta di una spanna. Ad esempio la questione dei beagle usati per la ricerca. Come se ci fossero ricercatori che torturano i cani per piacere, per un qualche gusto personale. Uno dei grossi problemi della ricerca farmaceutica contemporanea sono proprio i modelli sperimentali e a nessun ricercatore sfugge la differenza tra animali e uomini, ma neppure tra maschi e femmine, tra bambini e anziani, tra neri e caucasici, e via elencando. Al punto che in molti farmaci il bugiardino precisa che non vanno utilizzati sotto i dodici anni di età o nei bambini non perchè

Forse

Ti racconterei del sole che sul laghetto di Mediapark traccia un sentiero di luce tra le anatre assonnate alcune, altre affannate sull'acqua in parte ghiacciata. Dei giovani che ieri sera ridevano per strada con una birra in mano e questa mattina dormono sogni agitati da domande antiche, agitate come i rifiuti che il vento trascina. Ti racconterei le domande dei loro cuori muti, quelle stesse alle quali tu non credi ormai.

La Felicità

« Quella, tu dici, che inseguii, non era Lei …?» «No: era una vana ombra in sembiante   di quella che ciascuno ama e che spera e che perde. Virtù di negromante!» «Ella è qui, nel castello arduo ch'entrai?» «Forse la tocchi, o cavaliere errante!» «Forse … E non la vedrò?» «Non la vedrai». «Oh!» «Tale è l'arte dell'oscuro Atlante: non è, la vedi: è, non la vedi». «E, mai …?» «Ma sì, se leggi in questo libro tante rapide righe». «E dicono …?» «S'ignora: chi lesse, tacque, o cavaliere errante!» «Se leggo … » «Sai: l'incanto è rotto». «Allora?» «La vedrai ». «Su l'istante?» «In quell'istante!» «E il castello?» «Nell'ombra esso vapora». «Ed è? ...» «La Vita, o cavaliere errante!» Giovanni Pascoli, La Felicità

Il buco nero

Venerdì, ultimo giorno di lavoro per Luisella. Ho un magone che neanche quando litigavo con la morosa. La guardo e cerco di trovare le parole per dirle che non le rinnoviamo il contratto. Glielo dirò lunedì. Oggi non mi va. Le lascio fare il fine settimana tranquilla. L'happening di ieri è stato favoloso. In un mondo normale le darei un premio, la passerei di livello. Invece la liquido. La liquidiamo. Se non lo facessi destabilizzerei tutta l'azienda. Va così. La guardo muoversi per l'ufficio come una tigre nella savana: una tigre sazia e sicura, che passeggia fiera, non una tigre in cerca di preda. I suoi occhi verdemarino, freddi, crudeli, dolci, misteriosi. È tornata con la massima naturalezza all'abbigliamento casual-femminista. Riordina la scrivania e si avvia all'ascensore, la seguo e mentre sto per entrare colgo lo sguardo di Dorotea. Le strizzo l'occhio e mi infilo dentro mentre Luisella preme il tasto del piano terra. « Bella impresa i

Accidenti se è figa

Accidenti se è figa! Questa sera abbiamo l'happening, un rinfresco a cui casualmente arriva un certo numero di persone note e di giornalisti e paparazzi senza sapere che è l'inaugurazione di una linea di collant. Tutto per caso, flash, auto, brillantini, tutto per caso e tutto ben pagato. Sono un po' preoccupato per come Luisella si presenterà, per cui mi guardo attorno tra i locali vuoti e i camerieri che imbandiscono i tavoli sapendo che il nostro lavoro è all'esame finale e il risultato dipende ormai tutto da tre persone: io, Dorotea e Luisella. Tuttavia di fatto ormai io e Dorotea abbiamo poco da fare, dobbiamo solo controllare che tutto fili liscio, prendere nota di eventuali errori da evitare per il futuro, se possibile fare promozione con qualche futuro cliente, insomma noi basta che ci siamo. Ma la riuscita finale dipende ormai da Luisella, è lei che deve tenere conto degli orari di arrivo degli invitati, essere a disposizione per eventuali imprevist

Assicurazioni

«In pianura c'è adesso l'assicurazione, un'invenzione del diavolo» disse il frate. «Se domando qualche cosa per San Francesco affinchè protegga il raccolto contro la grandine, mi rispondono che il raccolto è già assicurato. ''Allora vi proteggerà contro gli incendi'' dico io. Mi rispondono che sono assicurati anche contro gli incendi. Ma come va, che malgrado tutte queste assicurazioni, sono sempre impauriti? Di che cosa hanno paura? ... Una volta ogni mestiere aveva il suo santo ... Gli scarpari avevano S.Crispino, i sartori S. Omobono, i falegnami S. Giuseppe. Adesso ogni mestiere ha il suo sindacato. Ma non si sta mica più sicuri di prima. La paura è rimasta.» Ignazio Silone, Vino e Pane (Oscar Mondadori pg.169)

Accidenti se è brava

  Accidenti se è brava, tanto di cappello. Vuoi vedere che questa volta Dorotea ci ha preso? In due giorni ha sistemato l'agenda che Carlotta aveva vandalizzato per vendetta quando non le abbiamo rinnovato il contratto. Poi risponde al telefono che è uno schianto: meglio che di persona, molto meglio. La prima volta che le ho telefonato ci sono rimasto male quasi avessi sbagliato numero. Una voce calda, sensuale quel tanto che basta, professionale e amichevole al tempo stesso, rapida, precisa nel cogliere il succo del discorso. Con le lingue è una favola, passa dall'inglese al francese come se bevesse un caffè. Accidenti, difficile credere che a quaranta anni suonati, quasi cinquanta (guarda un po', mi rendo conto adesso che non conosco precisamente la sua età. Domandarlo non si può, con le donne non è educato) una con tutte queste doti non abbia ancora un posto stabile nella redazione di un giornale o nella segreteria di un manager. Ha anche qualche difetto, am

Pro-Life e No-Choice, Pro-Choice e No-Life

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C'è qualcuno che dice di occuparsi di linguaggio e di fare cose come "decostruire" i messaggi. Posto che io non so cosa sia lo strutturalismo nè la semantica, che per guadagnarmi da vivere uso le mani e che il mio cervello sa di muffa, ebbene, tutto ciò premesso, mi preoccupo non di seguire i ragionamenti di costoro, ma soltanto il mio ramingare. Quando si votò il referendum sulla legge 194 che legalizzava in Italia l'aborto, gli italiani in gran maggioranza votarono no all'abolizione, creando perciò due schieramenti contrapposti: gli abortisti in maggioranza e gli anti-abortisti in minoranza al 32 per cento. Due definizioni negative, in quanto essere a favore dell'aborto in sè non appare una virtù e in quanto essere anti è comunque essere contro e non sempre il no al no è percepito come un sì. Gli anni passarono e guardando oltre oceano ci accorgemmo che là gli esperti di marketing suggerirono a ciascuno schieramento di trovare una autodefinizione

Imprenditore Precario

Si ricomincia. Che palle. Sembra di partire sempre da zero, mese dopo mese e anno dopo anno sei allo stesso punto, i capelli diventano bianchi e il testosterone va a picco ma la realtà da affrontare non cambia mai. L'anno scorso abbiamo perso Carlotta, ha fatto un buon lavoro, insomma accettabile, senza infamia e senza lode. Poi il progetto è finito, lei è rimasta a casa. Dorotea l'aveva avvertita che quando si fosse presentato un nuovo progetto l'avrebbe richiamata, ma Carlotta prima ancora di uscire dall'ufficio aveva già spedito una raccomandata per reclamare il compenso e mettere le mani avanti chissà che un sindacato riuscisse a dimostrare che ha fatto un lavoro da dipendente e non da collaboratore occasionale. Abbiamo capito il soggetto, Dorotea ha raccattato quel che le dovevamo, l'ha pagata e chiuso. La questione è complessa, non è ovviamente colpa di Carlotta, non era un cattivo soggetto, non era in malafede. Il problema è che qua, un questa soc

Prima papa, ora pellegrino

Non è giunto colui che cammina. Il pellegrino non è un saggio, non è un santo. È un amico della saggezza, un amante della santità La verità che tu cerchi non sta al termine del cammino. Sta dappertutto. Sta in te. Te stesso cerchi, o pazzo. E vai a cercarti lontano! ... Va, pazzo! mettiti dunque in marcia con tutta la tua vita. E la strada faccia cantare il tuo corpo di canna secca e le tue gambe di vento. Principi VII Il papa Benedetto XVI ieri ha lasciato/abdicato/rinunciato al pontificato, affermando: sono un pellegrino giunto all'ultima tappa della sua vita. Il papa che ha fatto della vita una lotta contro il relativismo, afferma di essere un pellegrino, uno perciò che è ancora in cammino, non uno arrivato. Paradosso dei paradossi: il vicario di Cristo in terra che lascia il ruolo di vicario e riprende a pellegrinare. Ebbene, sarebbe intelligente che tutti coloro che ancora non hanno ricoperto il ruolo di Vicari di Cristo, si mettessero in marcia