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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Tedeschi lavoratori

Su Libero di oggi si vorrebbe sfatare un luogo comune: che gli italiani sono scansafatiche e i tedeschi lavoratori: conti alla mano noi lavoriamo di più, 34 e passa ore alla settimana! Solito cortocircuito italiota: il problema non è quanto tempo passa tra una timbratura e l'altra del cartellino. Il problema è quanto produci in quell'intervallo! A parte le frodi occulte o manifeste o manifestate, di cui Striscia ci ha recentemente edotti. A parte coloro che tra una timbratura e l'altra scaldano i tavolini del bar o la sedia dell'ufficio. il problema della produzione dell'italiano medio va oltre la moralità dello stesso. Non ci sono motivi per considerare noi più pigri dei tedeschi. Abbiamo il dovere politico, istituzionale e sociale di pensare la produttività delle nostre ore di lavoro. Nostre in senso ampio. Le ore dell'operaio e dell'impiegato sono anche ore mie, sono ore nostre. Una autentica responsabilità politica e sociale non può ignorare la prod
Francesco Iori sul Gazzettino di oggi: Mai che si trovi un banco vuoto nella grande parrocchia dei fedeli di padre Zapata, quello che predica bene e razzola male. Tagliate fratres però non nobis. Che si parli di Province o Comuni, di ospedali o tribunali, politici e burocrati uniti nella lotta di qui non si passa. In nome di un apparentemente nobilissima causa: ne risentirebbe la qualità dei servizi. Come se i servizi oggi erogati da tanta parte delle pubbliche amministrazioni, della sanità, della giustizia fossero di prima scelta anziché di infimo scarto. Sui singoli casi si può discutere. Semplicemente perfetto. Peccato che con l'ultima frase si perda: si ritorna da capo. Perchè tutti i casi sono singoli. La questione delle province lo prova: anzichè una grande riforma dello Stato su una base razionale, si cerca qualche spesuccia da tagliare. La prospettiva di Venezia è paradossale: un presidente di provincia leghista, sindaco di un comune (San Donà di Piave) vicino ad un

L'ENPAM alla frutta

Il presidente Eolo Parodi ha dato le dimissioni, sono state programmate le nuove elezioni dell'esecutivo. Nel frattempo è stata presentata la riforma dell'ente, per andare incontro alle richieste del governo e fornire una stabilità a 50 anni. La riforma poggia su alcuni pilastri: la diminuzione della rendita pensionistica in proporzione al capitale versato. Al momento gli iscritti al fondo B percepiscono 114 euro l'anno ogni mille versati. A regime ne percepiranno 64! l'aumento della percentuale dei contributi sul reddito. Al momento è del 6,5%, a regime dovrebbe arrivare tra il 19 e il 22%. l'aumento del capitale. Al momento il capitale dell'ENPAM (mobiliare e immobiliare) si aggira sui 12,5 miliardi di euro. A regime dovrebbe arrivare a 50 miliardi. La gestione dell'ente dal punto di vista degli iscritti presenta alcuni punti negativi: anzitutto ogni eventuale modifica è unilaterale. Se l'ente ritiene di alzare o aumentare  i contributi o le