Francesco Iori sul Gazzettino di oggi:
La questione delle province lo prova: anzichè una grande riforma dello Stato su una base razionale, si cerca qualche spesuccia da tagliare. La prospettiva di Venezia è paradossale: un presidente di provincia leghista, sindaco di un comune (San Donà di Piave) vicino ad un comune con un altro sindaco leghista (Treviso) con cui ha molto da spartire, si troverebbe a passare le consegne ad un sindaco di Centro-Sinistra (Venezia) di una città che ha poco o nulla da spartire non solo con gli altri comuni del territorio, ma in generale con qualunque altra città in tutto il resto del mondo, che guiderebbe una città metropolitana in sostituzione dell'abolenda provincia.
Davvero un capolavoro di non senso.
Perchè i nostri politicanti non ragionano con la testa, ma con il portafoglio.
C'è un problema di risorse? Bene, ma la domanda non dovrebbe essere: come si risparmia? Ma bensì: qual è l'organizzazione dello Stato più razionale e adatta ai tempi?
I comuni sono una organizzazione di eredità medioevale, quando ci si spostava a piedi e molta gente passava la vita intera senza uscire dal proprio comune. Oggi è difficile che si lavori nello stesso comune nel quale si abita, spesso la scuola dei figli o la parrocchia sono in un comune diverso, e talvota anche in una diocesi diversa.
Le volpi che ci dirigono non hanno capito che la dimensione ottimale oggi non sono i comuni, ma le provincie. Erano i primi da abolire, e non le seconde.
Ma gli stupidi se non fanno puzza fanno danno. Una volta abolite le provincie, le reintroducono con la Città Metropolitana. Aborto mal concepito, strutturato in dispregio alle regole della democrazia e del buon senso: il sindaco del comune più popoloso comanderebbe su tutti, anche coloro che non l'hanno votato.
Alla fine il risultato sarà che non risparmieremo un euro, ma avremo fatto un altro passo verso la babele amministrativa.
Non ci vuole molto per convincersene. Basta ragionare.
Mai che si trovi un banco vuoto nella grande parrocchia dei fedeli di padre Zapata, quello che predica bene e razzola male. Tagliate fratres però non nobis. Che si parli di Province o Comuni, di ospedali o tribunali, politici e burocrati uniti nella lotta di qui non si passa. In nome di un apparentemente nobilissima causa: ne risentirebbe la qualità dei servizi. Come se i servizi oggi erogati da tanta parte delle pubbliche amministrazioni, della sanità, della giustizia fossero diSemplicemente perfetto. Peccato che con l'ultima frase si perda: si ritorna da capo. Perchè tutti i casi sono singoli.
prima scelta anziché di infimo scarto.
Sui singoli casi si può discutere.
La questione delle province lo prova: anzichè una grande riforma dello Stato su una base razionale, si cerca qualche spesuccia da tagliare. La prospettiva di Venezia è paradossale: un presidente di provincia leghista, sindaco di un comune (San Donà di Piave) vicino ad un comune con un altro sindaco leghista (Treviso) con cui ha molto da spartire, si troverebbe a passare le consegne ad un sindaco di Centro-Sinistra (Venezia) di una città che ha poco o nulla da spartire non solo con gli altri comuni del territorio, ma in generale con qualunque altra città in tutto il resto del mondo, che guiderebbe una città metropolitana in sostituzione dell'abolenda provincia.
Davvero un capolavoro di non senso.
Perchè i nostri politicanti non ragionano con la testa, ma con il portafoglio.
C'è un problema di risorse? Bene, ma la domanda non dovrebbe essere: come si risparmia? Ma bensì: qual è l'organizzazione dello Stato più razionale e adatta ai tempi?
I comuni sono una organizzazione di eredità medioevale, quando ci si spostava a piedi e molta gente passava la vita intera senza uscire dal proprio comune. Oggi è difficile che si lavori nello stesso comune nel quale si abita, spesso la scuola dei figli o la parrocchia sono in un comune diverso, e talvota anche in una diocesi diversa.
Le volpi che ci dirigono non hanno capito che la dimensione ottimale oggi non sono i comuni, ma le provincie. Erano i primi da abolire, e non le seconde.
Ma gli stupidi se non fanno puzza fanno danno. Una volta abolite le provincie, le reintroducono con la Città Metropolitana. Aborto mal concepito, strutturato in dispregio alle regole della democrazia e del buon senso: il sindaco del comune più popoloso comanderebbe su tutti, anche coloro che non l'hanno votato.
Alla fine il risultato sarà che non risparmieremo un euro, ma avremo fatto un altro passo verso la babele amministrativa.
Non ci vuole molto per convincersene. Basta ragionare.
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