Noè II V

(Prega perchè non avvenga il Diluvio)

Signore, o mio Signore,
orribili davvero
son i delitti loro,
eppur sì grandi aperte son le tue braccia
della misericordia tua
che li riprenderai e lor darai
i profeti tonanti
e il dolore e le prove salutari
e'l tempo e'l tempo e i secoli del tempo
perchè si riprendano!



O Signore Dio, buono, giusto e forte,
faccio ricorso alla misericordia
tua santa, chè non sanno quello che fanno.
Te cercano, Signore, nelle guerre loro,
Signore degli eserciti celesti
Di stelle armati!
Nell'orge e nelle gozzoviglie
Te cercan, cercant Te, o Dio dell'estasi,
nella lussuria e nello stupro
cercano Te, o Dio d'Amore,
Te cercan nelle loro leggi
ne' lor giudizi e ne' supplizi,
Dio di giustizia,
nella ricchezza e la potenza,
Onnipotente, Te vanno cercando.

Nelle lor mine, faci mostrano se
a divorar schiavi,
Te, con la fronte ascosa sotto terra,
vanno cercando, o Creatore de' Mundi,
nella rivolta e ne' massacri
vanno cercando il regno tuo,
Re dell'Ordine eterno!

Le lor bestemmie son la lode
in malo modo ripetuta
dalla bocca dell'ignoranza.

Sapessero il sapore della tua saggezza
sapesser la dolcezza del silenzio Tuo
perchè mai cercherebbero altri beni?

Avessero nel cuor del loro cuore
visto brillare la discreta luce
perchè mai se n'andrebbero tastoni
a perder nelle tenebre esteriori?
Conoscessero la bellezza dello Sposo
potrebbero sposar la morte putrida?

O Signore, ricorro alla Giustizia Tua!
Entro l'innumerevol moltitudine
che ne' suoi fianchi sbatte Henok la Grande
come tra roccia e roccia la marea,
debbon trovarsi almeno cinquanta giusti,
O Signor mio, sarebbe giusto
che perissero i tuoi in mezzo agli altri?

Rispondi: Sì!
Se s'incontrassero cinquanta giusti
sarebbe salva Henok,
Gog e Magog e'l mondo.
Ma, Signor mio, se ve ne fossero venti,
meglio davvero non sarebbe
salvare il mondo co'tuoi venti
che sprofondare i venti con il mondo ?

Rispondi sì, basterebbero venti
a sostenere il mondo - ma se dieci
dieci soltanto esistessero
confusi nella massa
tu li confonderesti?

Deh! due conosco
perduti nella gran città,
dei giusti no, non dei giusti,
bensì due pazzi,
pazzi d'amore, chi non li amerebbe?
Oh! rendimi, Signore, i figli miei! ...
          (dopo un po' di tempo)
...Ovver, piuttosto, prendili Signore,
te li offro in sacrificio
per la salvezza dell'intero mondo!

Se dalla gran città salgono solo
Fin al tu' trono rumor, grida e fumo,
eppure vi sono albe d'innocenza,
colombe ed agnelli
germogli e fiori
e bianchi armenti sott'a alberi grandi!

O mio Signore, se nel vasto mondo
esiste un giusto solo,
alle mani di lui, pure di sangue,
affida il seme delle vite ...

Che dico, un giusto, un saggio, un santo!
Se v'è semplicemente un uomo semplice
che tracci ilsolco ed il sepolcro eriga
ed ogni sera animi il focolare
e riunisca i figli e la compagna
e alzi le mani a render grazia
salva con lui il seme delle vite!

Signore, o mio Signore,
Alla tua Gloria voglio far ricorso!
Furon però le mani tue a farlo
questo  mondo dove tante meraviglie
visibili ne coprono altrettante
invisivbili, più grandi e profonde!

Quando tracciasti un Cerchio nell'abisso,
quando lanciasti gli astri su lor pista,
quando le isole e le montagne
uscirono dalla palma tua, di balzo!
Quand'allo spazio vacuo
ti piacque dar il colore dello zaffiro,
quando di foglie e d'oro drappeggiasti il giorno,
quando di stelle e segni popolasti
l'ombra notturna, e foggiasti la terra a tornio.
Quando l'ornasti con le molte forme!
Quando fondesti la freschezza delle foglie
con il marino delle conchiglie,
foco di sangue e linfa delle piante
a modellar la donna!
Ogni volta sull'opera tu' sguardo
brillò e vide e disse che era buono!

Lo martellasti tu 'l fulgente sole
e la sorella che ci veglia e ci consola,
Luna - e nel turbine delle sei ali
i serafini del tu' trono di fuoco!

Soffiasti la farfalla e la viola
e filo a filo il lieve ombrello
del minimo seme di cardo.

Il cavallo al galoppo via! nell'erba in fiore
e il serpente di luce corazzato
e i capretti in lotta
e il rospo, in fondo al parco, a lato del pozzo
con l'occhio d'oro e'ò picciol flauto
nel pensieroso maro odor de' bossi...

La cascata del del fiume prorompente
e l'elefante che si dondola
fra'l sottobosco oscuro di liane (dieresi sulla i)
e'l sasso nero che riluce ...

Perchè, Signore, tanto, tanto belli
li hai fatti per disfarli?
Signore, o mio Signore,
ricorro alla tu' Gloria
e piango, e gemo, e imploro!
(Si prosterna. Silenzio.
Tuono. Si rialza pian piano
con braccia piegate come
per proteggersi, mentre
colla mano rovesciata si 
maschera la bocca. Riprende
con voce alterata:)

Ora son Io
Io-stesso-Io, l'Eterno, tuo Dio, che parlo!
Tu non temere, ma mi' voce
non è quella del tuono
nè del gran vento che squarcia le rocce,
ma quasi soffio di fanciullo addormentato...
Sappilo bene, o figlio mio,
io non sono che giudico e colpisco
Io non sono, Io Creatore e Padre,
che affliggo e uccido!
La mi' giustizia è che ciascuno
da sè si pone a desta o a sinistra,
assume la su' vita, o fa tesoro
de' suoi rifiuti e del su' danno.

Siccome ho fatto un cerchio sull'Abisso
così, onnipotente, posi
un limite alla mia onnipotenza,
perchè ciascuno ne abbia parte alcuna
e perchè l'Omo, mio amato,
di spirito che tutto penetra dotato, 
partecipi di tutto

La bellezza di questo mondo che dal nulla trassi
è che l'essere e il nulla vi concertano
e che'l vacante spazio tra le cose
offre il cammino sinuoso e libero
per chi fino a Me dal profondo
si risale.

Ma'l peccato contro lo Spirito
che onnipotente non posso impedire
è l'aver preso come un'arma
contro lo Spirito lo Spirito
rincalzando le vie della salvezza
è che la mia immagine, l'amato
mio, ha volto le spalle a chi l'aspetta
e corre ad abbracciar le potenze dell'abisso,
usa lo spirito per cavarsi
una bolgia nella materia
usa la libertà
per caricarsi delle sue catene.

Ed ora il male, approfittando dello Spirito
che tutto penetra, s'infiltra
in tutte le giunture del creato
onde s'accinge a disgregare tutto.

Ma giacché sale ancora dal profondo
una voce che mi canta e che m'implora
sì, deporrò nella buccia di un'arca
il seme della vite
e alle mani dell'Uom n'affiderò la guardia.

(tuono. Noè si rialza, apre
le braccia, leva le braccia.
Cade il sipario. Ittcdica.)

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