Anche la Chiesa paga le tasse
Il Bel Mondo sta attaccando la Chiesa, irritato dal fatto che essa possa non pagare l'ICI o l'IMU o l'IRPEF o ...
Altri sono irritati dai soldi che lo stato versa alla Chiesa, affiggono manifesti proclamando che l'Italia con quei soldi farebbe miracoli. Già. Costoro calcolano che lo stato versi alla Chiesa 6 miliardi di euro l'anno http://www.uaar.it/laicita/otto-per-mille#08 .
La Corte dei Conti valuta la corruzione in Italia in 60 miliardi (prendiamolo con beneficio d'inventario: come si fa a valutare seriamente una pratica illegale?).
Queste notizie messe insieme hanno un ché di ridicolo.
Anzitutto: la ragione dell'esenzione dell'ICI per gli edifici della Chiesa è l'utilizzo a fini pubblici, di solidarietà ed assistenza sociale. Dovrebbero quindi essere esclusi quegli edifici che NON hanno scopi di lucro.
Facciamo una ipotesi: se la chiesa possiede un albergo o un ostello e questo albergo realizza un utile, questo sarebbe un lucro e dovrebbe essere tassato.
Oibò. Ma quell'utile dove va a finire? Ammettiamo che non vada ad opere caritative, ammettiamo che vada a pagare gli stipendi dei preti. E i preti cosa fanno? Il tempo che passano in parrocchia a chi giova?
Il guadagno lecito di un laico, al netto delle tasse, va o può andare in spese diciamo di lusso, ricreative. Ciascuno lavora non solo per soddisfare i propri bisogni fondamentali ma anche un qualcosa di più. Appare logico che si tassi il superfluo.
Ora, io faccio fatica a capire il superfluo nella Chiesa Cattolica. Anche i gioielli di San Gennaro non sono superfluo: chi non lo capisce non capisce nulla della vita e discuterne non serve a nulla.
Ma proviamo a mettere insieme i pezzi del puzzle: se evadere conviene, se la corruzione dilaga, cosa può tenere in piedi la nostra società?
Ci vuole un'etica personale, si dice. Cioè delle ragioni per andare contro i propri interessi.
Ma l'etica non si può imporre per legge, non si trasmette con i libri o le lezioni universitarie.
Combattere la Chiesa significa disgregare le fondamenta stesse della nostra società. Una società senza un'etica è una società repressiva, perchè solo la repressione può tenere sotto controllo l'illegalità. Ma la repressione senza etica è destinata a invadere ogni ambito dell'umano e a consumare tutte le risorse a disposizione.
Tuttavia anche l'opposto va combattuto. Sostenere la Chiesa per delegarle compiti di formazione etica è una tentazione altrettanto totalitaria. Il cesaropapismo è uno dei nomi di questa tentazione, il proibizionismo un altro, un altro il puritanesimo.
In un caso muore la società, nell'altro muore prima la Chiesa poi la società.
Tra le due ipotesi forse preferisco la prima, meglio le catacombe.
Altri sono irritati dai soldi che lo stato versa alla Chiesa, affiggono manifesti proclamando che l'Italia con quei soldi farebbe miracoli. Già. Costoro calcolano che lo stato versi alla Chiesa 6 miliardi di euro l'anno http://www.uaar.it/laicita/otto-per-mille#08 .
La Corte dei Conti valuta la corruzione in Italia in 60 miliardi (prendiamolo con beneficio d'inventario: come si fa a valutare seriamente una pratica illegale?).
Queste notizie messe insieme hanno un ché di ridicolo.
Anzitutto: la ragione dell'esenzione dell'ICI per gli edifici della Chiesa è l'utilizzo a fini pubblici, di solidarietà ed assistenza sociale. Dovrebbero quindi essere esclusi quegli edifici che NON hanno scopi di lucro.
Facciamo una ipotesi: se la chiesa possiede un albergo o un ostello e questo albergo realizza un utile, questo sarebbe un lucro e dovrebbe essere tassato.
Oibò. Ma quell'utile dove va a finire? Ammettiamo che non vada ad opere caritative, ammettiamo che vada a pagare gli stipendi dei preti. E i preti cosa fanno? Il tempo che passano in parrocchia a chi giova?
Il guadagno lecito di un laico, al netto delle tasse, va o può andare in spese diciamo di lusso, ricreative. Ciascuno lavora non solo per soddisfare i propri bisogni fondamentali ma anche un qualcosa di più. Appare logico che si tassi il superfluo.
Ora, io faccio fatica a capire il superfluo nella Chiesa Cattolica. Anche i gioielli di San Gennaro non sono superfluo: chi non lo capisce non capisce nulla della vita e discuterne non serve a nulla.
Ma proviamo a mettere insieme i pezzi del puzzle: se evadere conviene, se la corruzione dilaga, cosa può tenere in piedi la nostra società?
Ci vuole un'etica personale, si dice. Cioè delle ragioni per andare contro i propri interessi.
Ma l'etica non si può imporre per legge, non si trasmette con i libri o le lezioni universitarie.
Combattere la Chiesa significa disgregare le fondamenta stesse della nostra società. Una società senza un'etica è una società repressiva, perchè solo la repressione può tenere sotto controllo l'illegalità. Ma la repressione senza etica è destinata a invadere ogni ambito dell'umano e a consumare tutte le risorse a disposizione.
Tuttavia anche l'opposto va combattuto. Sostenere la Chiesa per delegarle compiti di formazione etica è una tentazione altrettanto totalitaria. Il cesaropapismo è uno dei nomi di questa tentazione, il proibizionismo un altro, un altro il puritanesimo.
In un caso muore la società, nell'altro muore prima la Chiesa poi la società.
Tra le due ipotesi forse preferisco la prima, meglio le catacombe.
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