Cattiveria
La logica è che io sono buono e faccio cose buone, gli altri (o almeno alcuni altri) sono cattivi e fanno cattiverie. Ma il presupposto base su cui ogni valutazione di valore delle mie e altrui azioni così come della mia e altrui bontà, è la coscienza. Cioè, o io sono cosciente di ciò che sono io, e forse di conseguenza di ciò che sono gli altri, o non sono cosciente di nulla e i miei giudizi sono parole al vento. Ora: la coscienza. Cos'è questa cosa di cui ciascuno si ritiene portatore a priori e senza alcuna necessità di verifica? La coscienza per essere ha bisogno di almeno due pre-requisiti. Primo: non c'è coscienza senza coscienza del Giudizio. Se l'io non è fermamente convinto che prima o poi dovrà rispondere ad un giudice che non ammette imbrogli, falsità, sotterfugi, tangenti, un giudice onnisciente e infallibile i cui criteri non sono i nostri criteri, che non ha alcuna ragione per compatire e/o scusare i nostri limiti, allora l'io non è cosciente. Non c