Ti amo e non ti amo. Ti odio e non ti odio.
Ti amo?
Oh si! Come l'aria, la luce, la vita.
Ti odio? Con tutto me stesso, dal profondo delle mie viscere, come non avrei mai creduto di poter odiare.
Amo te? No, non amo te, eppure ti amo.
Sei tu che io odio? Si, proprio tu, ma non odio quello che sei davvero.
Ricordi quella fotografia che c'era a casa di tuo padre, sulla lavatrice? Di te bambina, forse ancora all'asilo, o forse le prime classi delle elementari, con un grembiulino, una penna in mano, facevi i compiti, due occhioni grandi e seri.
Ecco, io mi sono innamorato di quella bambina, dell'abbandono fiducioso di quella bambina, del suo stare sul quaderno, a fatica forse ma tranquilla, libera, certa di essere amata.
Quella bambina ho amato e amo ancora e per sempre.
Ma dov'è ora quel tesoro? Dove si è smarrita? È sommersa dalla tua prepotenza, dal tuo sospetto, dalla tua cattiveria? O è perduta per sempre?
Quando poi tu dici di amarmi vorrei fuggire lontano all'istante: che ne sai tu di quel che sono davvero? Che ne sai di quel bambino quando sognava guardando le nuvole che cambiano continuamente forma nel cielo limpido delle colline?
Io non sono quello che tu vorresti legare, possedere, controllare, non sono quello con il quale litighi per un frammento di potere, di affermazione personale. Io sono rimasto quel bambino che non cerca altro che compagni di giochi.
In tutta la mia vita, posso dirlo in tutta coscienza, posso dire di non aver mai odiato nessuno in modo assoluto.
Lo sai che ho avuto molti nemici, con molti ho litigato senza mezze misure. Eppure in ciascuno ho sempre visto anche quel bambino che era e ho sempre pensato che un giorno ci ritroveremo e spero di poterlo prendere per mano, anche lui, quello che si è comportato in modo così stupido ed idiota, spero di poterlo prendere per mano e andare a giocare spensierati, con gli aquiloni che il vento non vuole alzare e quelli che il troppo vento spazza via.
Perchè dunque tanta ostinazione nel voler essere quello che non vale la pena essere? Perchè tanta cattiveria verso coloro che non ti consentono di essere quello che è triste essere, che non ti trattano come non vale la pena essere trattati, verso chi non vede in te solo il male e la morte?
È questa ostinazione che non si può non odiare. Ed è quella bambina che non si può non amare.
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Catullo (87-57 AC)
Lasciate che i bambini vengano a me, perchè di essi è il regno dei cieli.
Mt 19,14
Amare ancora
Claudio Chieffo
marzo 1973
a mia moglie Marta
Ma che amarezza, amore mio,
veder le cose come vedo io
e aver perfino dimenticato
che non son nato come voglio io,
come voglio io.
Che delusione, povero amore,
vivere la vita con questo cuore
e non volere perdere niente
e amare ancora come l'altra gente,
come l'altra gente.
Basterebbe soltanto ritornare bambini e ricordare...
E ricordare che tutto è dato, che tutto è nuovo
e liberato... e liberato!
Oh si! Come l'aria, la luce, la vita.
Ti odio? Con tutto me stesso, dal profondo delle mie viscere, come non avrei mai creduto di poter odiare.
Amo te? No, non amo te, eppure ti amo.
Sei tu che io odio? Si, proprio tu, ma non odio quello che sei davvero.
Ricordi quella fotografia che c'era a casa di tuo padre, sulla lavatrice? Di te bambina, forse ancora all'asilo, o forse le prime classi delle elementari, con un grembiulino, una penna in mano, facevi i compiti, due occhioni grandi e seri.
Ecco, io mi sono innamorato di quella bambina, dell'abbandono fiducioso di quella bambina, del suo stare sul quaderno, a fatica forse ma tranquilla, libera, certa di essere amata.
Quella bambina ho amato e amo ancora e per sempre.
Ma dov'è ora quel tesoro? Dove si è smarrita? È sommersa dalla tua prepotenza, dal tuo sospetto, dalla tua cattiveria? O è perduta per sempre?
Quando poi tu dici di amarmi vorrei fuggire lontano all'istante: che ne sai tu di quel che sono davvero? Che ne sai di quel bambino quando sognava guardando le nuvole che cambiano continuamente forma nel cielo limpido delle colline?
Io non sono quello che tu vorresti legare, possedere, controllare, non sono quello con il quale litighi per un frammento di potere, di affermazione personale. Io sono rimasto quel bambino che non cerca altro che compagni di giochi.
In tutta la mia vita, posso dirlo in tutta coscienza, posso dire di non aver mai odiato nessuno in modo assoluto.
Lo sai che ho avuto molti nemici, con molti ho litigato senza mezze misure. Eppure in ciascuno ho sempre visto anche quel bambino che era e ho sempre pensato che un giorno ci ritroveremo e spero di poterlo prendere per mano, anche lui, quello che si è comportato in modo così stupido ed idiota, spero di poterlo prendere per mano e andare a giocare spensierati, con gli aquiloni che il vento non vuole alzare e quelli che il troppo vento spazza via.
Perchè dunque tanta ostinazione nel voler essere quello che non vale la pena essere? Perchè tanta cattiveria verso coloro che non ti consentono di essere quello che è triste essere, che non ti trattano come non vale la pena essere trattati, verso chi non vede in te solo il male e la morte?
È questa ostinazione che non si può non odiare. Ed è quella bambina che non si può non amare.
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Catullo (87-57 AC)
Lasciate che i bambini vengano a me, perchè di essi è il regno dei cieli.
Mt 19,14
Amare ancora
Claudio Chieffo
marzo 1973
a mia moglie Marta
Ma che amarezza, amore mio,
veder le cose come vedo io
e aver perfino dimenticato
che non son nato come voglio io,
come voglio io.
Che delusione, povero amore,
vivere la vita con questo cuore
e non volere perdere niente
e amare ancora come l'altra gente,
come l'altra gente.
Basterebbe soltanto ritornare bambini e ricordare...
E ricordare che tutto è dato, che tutto è nuovo
e liberato... e liberato!
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