Piazza Matteotti
I ragazzi fanno compagnia in piazza Matteotti. Ai due angoli opposti della piazza, separati da sguardi biechi, torbidi, derisori.
Compagnie stabili senza legami, fisse senza centro di gravità, uguali a se stesse e sempre cangianti. Di notte o di giorno stanno seduti o in piedi, parlando o urlando, bevendo birra o fumando tabacco o erba.
Di mattino arrivano quelli del turno di notte che non passano neppure per casa, mentre i disoccupati dopo la notte insonne vanno a cercare oblio tra le lenzuola. A metà mattina si scostano con sufficienza e fastidio per lasciar passare i camion della nettezza urbana ai quali si deve un qualche transitorio sospetto di decoro sui marciapiedi. Dispersi come un nugolo di mosche i due gruppi si confondono ma non si fondono, ciascuno passa accanto all'altro con disprezzo ed indifferenza per tornare in fretta all'angolo assegnato dall'abitudine.
Quasi tutti ragazzi, qualche donna consumata e sciatta, spenta negli occhi e nei portamenti. Ragazzi è come si chiamano gli uni gli altri, non un riferimento all'età, perchè ci sono uomini adulti e anche qualche anziano con i jeans strappati, con una lunga barba incolta. Anziani che si ostinano a voler passare le giornate nella compagnia lamentandosi del mondo, della vita, dei soldi che non ci sono.
A seconda dell'ora e del caso la composizione della compagnia varia e l'attenzione gira attorno a questo o a quello che più gesticola o invece sta zitto e con un cenno fa parlare l'uno o l'altro. Non ci sono belle donne in piazza Matteotti. Quelle belle fanno compagnia in largo Antenore, dove è pieno di polizia e vigilantes, dove nel sole impietoso di Giugno una straccetto rosso o cremisi basta per fingersi principesse, lasciando la piega pendere da una spalla e le gambe rallegrarsi di un refolo di vento.
Compagnie stabili senza legami, fisse senza centro di gravità, uguali a se stesse e sempre cangianti. Di notte o di giorno stanno seduti o in piedi, parlando o urlando, bevendo birra o fumando tabacco o erba.
Di mattino arrivano quelli del turno di notte che non passano neppure per casa, mentre i disoccupati dopo la notte insonne vanno a cercare oblio tra le lenzuola. A metà mattina si scostano con sufficienza e fastidio per lasciar passare i camion della nettezza urbana ai quali si deve un qualche transitorio sospetto di decoro sui marciapiedi. Dispersi come un nugolo di mosche i due gruppi si confondono ma non si fondono, ciascuno passa accanto all'altro con disprezzo ed indifferenza per tornare in fretta all'angolo assegnato dall'abitudine.
Quasi tutti ragazzi, qualche donna consumata e sciatta, spenta negli occhi e nei portamenti. Ragazzi è come si chiamano gli uni gli altri, non un riferimento all'età, perchè ci sono uomini adulti e anche qualche anziano con i jeans strappati, con una lunga barba incolta. Anziani che si ostinano a voler passare le giornate nella compagnia lamentandosi del mondo, della vita, dei soldi che non ci sono.
A seconda dell'ora e del caso la composizione della compagnia varia e l'attenzione gira attorno a questo o a quello che più gesticola o invece sta zitto e con un cenno fa parlare l'uno o l'altro. Non ci sono belle donne in piazza Matteotti. Quelle belle fanno compagnia in largo Antenore, dove è pieno di polizia e vigilantes, dove nel sole impietoso di Giugno una straccetto rosso o cremisi basta per fingersi principesse, lasciando la piega pendere da una spalla e le gambe rallegrarsi di un refolo di vento.
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