Limbo
Sono disceso al limbo del ricordo,
Vi trovai il supplizio preparato,
Là, fra profumi soffocati e lume sordo,
Per il tappeto soffice d'un prato,
Rividi molte e riconobbi donne
Dolci e belle ed amate, da ogni lato.
Alcune con, alcune senza gonne,-
Qual con l'odor più del corpo preciso,-
O nude e chiuse come le colonne.-
Qualcuna con, qualcuna senza viso,-
Tale appesa a un suo salto sù dal suolo,-
Tal tartassata da un eterno riso,-
O avvolte e maculate nel lenzuolo,-
Tale scaduta in un russar tranquillo,-
Tal tutta petto, o lombi o ventre solo,-
O calza rotta alla caviglia,- o squillo
D'un t'amo ancor dal labbro inseparato
Come farfalla fissa sullo spillo.
E le une alle altre stavano davanti,
E questo era il supplizio preparato.
E entravo con bastone e ghette e guanti,
E questo era il supplizio preparato.
Lanza del Vasto, Firenze 1927
Canzoniere del Peregrin d'Amore
Vi trovai il supplizio preparato,
Là, fra profumi soffocati e lume sordo,
Per il tappeto soffice d'un prato,
Rividi molte e riconobbi donne
Dolci e belle ed amate, da ogni lato.
Alcune con, alcune senza gonne,-
Qual con l'odor più del corpo preciso,-
O nude e chiuse come le colonne.-
Qualcuna con, qualcuna senza viso,-
Tale appesa a un suo salto sù dal suolo,-
Tal tartassata da un eterno riso,-
O avvolte e maculate nel lenzuolo,-
Tale scaduta in un russar tranquillo,-
Tal tutta petto, o lombi o ventre solo,-
O calza rotta alla caviglia,- o squillo
D'un t'amo ancor dal labbro inseparato
Come farfalla fissa sullo spillo.
E le une alle altre stavano davanti,
E questo era il supplizio preparato.
E entravo con bastone e ghette e guanti,
E questo era il supplizio preparato.
Lanza del Vasto, Firenze 1927
Canzoniere del Peregrin d'Amore
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