La cresima


La cresima

Arrivo presto in chiesa. Ci sono già molte persone, tutte eleganti, le donne sono sfilate di moda, il chiacchiericcio è continuo e insopportabile.
Il parroco ripete continuamente l'invito al silenzio aumentando così il rumore di fondo. Qua e là ammiro qualche uomo in silenzio, ma donne e giovani sembrano pervasi dalla frenesia di dare le ultime importanti disposizioni prima di un lungo viaggio. I giovani maschi sono tanto vanesi quanto le donne, vestitini firmati, capelli alzati a cresta con il gel abbondante. Le ragazzine mostrano con orgoglio la recente abbronzatura delle gambe e delle schiene e del seno.
Le donne mature vestono allo stesso modo delle giovani e allo stesso modo mostrano molto di ciò che invece sarebbe conveniente nascondere. Pelle rugosa e spessa, gambe deformi, rotoli di grasso che sfuggono ribelli ai vestiti stretti.
Sul fondo della chiesa c'è un bel mosaico, moderno ma di stile bizantino, al seguito di quella moda che ha riscoperto le linee statiche dell'arte antica dimenticando le grandi scoperte del rinascimento italiano, le azioni sorprese a metà di un gesto da un Michelangelo o un Raffaello. Il Tommaso incredulo che spinge la mano nel costato del Cristo, i discepoli di Emmaus nell'istante in cui il risorto spezza il pane.
Gli artisti contemporanei hanno riscoperto i crocefissi che pendono dalla croce quasi fossero fermi al primo passo di danza, i volti frontali, pieni di parole e intenzioni ma soprattutto di silenzio. Gli artisti migliori, intendo, chè gli altri si sono lanciati in improbabili creazioni nelle quali allo stupore dei discepoli di Emmaus dipinto dal Caravaggio si sostituisce una sorpresa inorridita come davanti ad uno zombie o ad un morto vivente.
Il mosaico sul fondo della Chiesa, sopra l'altare, rappresenta il crocifisso e a sinistra le pie donne, a destra Pietro, Giacomo e Giovanni. Dal punto di vista storico è una forzatura certo, perchè Pietro fuggì e rinnegò il maestro nel momento della prova.
Le pie donne sono tre. La Maddalena invita vanamente al silenzio la folla volgare e distratta qui sotto. Mi perdo nei suoi occhi. Colei che lavò con le lacrime i piedi di Cristo e li asciugò con i capelli, quella donna dai facili costumi che il fariseo disprezzava, la prima a cui Gesù si mostrò risorto. «Hanno portato via il mio Signore e non sappiamo dove l'hanno messo!» «Maria!» Quale dolcezza! Maria di Magdala dovette ripetere decine o centinaia di volte ai discepoli increduli quell'incontro e quell'unica parola che le aprì gli occhi: Maria. Donna tutto cuore e tutta carne, incapace di amare di solo cervello e solo ragionamento. Si slancia verso Gesù perchè il suo amore è fatto di abbracci e di contatto e di presa carnale e il Tiziano disegna un Gesù che si scosta con tenerezza ma anche, direi forse, con dispiacere: Noli me tangere. Non mi toccare, non mi trattenere, perchè devo ancora salire al cielo.
Gesù in quanto uomo era totalmente immerso nelle dinamiche erotiche che sono comunque un capolavoro del Padre: in che modo e fino a che punto si può pensare che Gesù sia stato un vero uomo senza aver conosciuto amore di donna? Nello sguardo della Maddalena alcuni hanno voluto vedere ciò i Vangeli e la tradizione negano e in effetti mi sembra stupido piegare ai nostri ragionamenti la realtà che non comprendiamo. Non c'è dubbio che nella Chiesa la castità afferma il valore del sesso più di ogni altro ragionamento: non c'è altra rinuncia che sia degna prova dell'amore di Dio.
Ma la Maddalena continua ad affermare che comunque Dio ha creato la carne, che l'uomo non è anzitutto spirito ma carne e che non c'è alcuna prova che un qualunque spirito possa essere umano se non c'è una carne ad ospitarlo, mentre nessuno può negare che una carne sia umana anche quando non ospita alcuno spirito.
Le donne che qui sotto chiacchierano come galline non reggono il confronto con la Maddalena. Con la veste lunga, il velo sulla testa, trasuda sesso e desiderio e pienezza di felicità. Si fermassero un istante e alzassero gli occhi e imparassero a portare il velo e ad allungare le vesti, saprebbero cos'è davvero l'amore e il sesso. Ma sono solo suoni senza senso, adoratrici di se stesse, allegre accompagnatrici, commensali indesiderate di un banchetto consumato.
Mi sorprendo nella mia presunzione: chi sono io per giudicare? Io smarrito nella mia strada, io adultero e peccatore. C'è un confessionale laggiù in fondo. Un frate dalla barba rada e gli occhi azzurri mi invita a confessare i miei peccati.
«Ho avuto un rapporto con una mia collaboratrice», sussurro. Alza gli occhi al cielo: «Cristiani, cristiani, perchè vi smarrite lungo le vostre strade, perchè vi perdete per così poco? Come posso aiutarla a comprendere l'amore del Cristo e a restare fedele alla sua vocazione?»
Esco dal confessionale felice e leggero, il mondo sembra più umano, le cose persino non sono più cose, meccanismi inanimati, ma segni d'amore.
La cresima viene celebrata dal rappresentante del vescovo: un sacerdote saldo e rubicondo che trasuda sicurezza e potere. Tra i banchi si aggirano alcuni fotografi, uno con una telecamera. Sono loro i veri sacerdoti: il prete, i cresimandi, i padrini, le madrine, tutti gli altri sono solo comparse che devono voltarsi di qua o di là, fermarsi un attimo o ripetere un passo a seconda delle esigenze dell'operatore.
Al momento della comunione mi accorgo con sconcerto che alla mia fila l'ostia viene distribuita da una donna. Dove sarà il cadavere verranno anche gli avvoltoi, dice il Vangelo, e anche ammonisce di fuggire senza rimorsi quando si vedrà l'abominio della desolazione seduto sul trono.
Vorrei svincolare altrove ma riconosco che è solo presunzione. Chi sono io per dire che la Chiesa sbaglia? Se la Chiesa ritiene che l'eucarestia possa essere distribuita degnamente da una donna, bisogna che così sia. Eppure il boccone mi è amaro, come il file, la bile raccolta nella cistifellea che devi togliere con attenzione quando curi la carne del coniglio o dell'agnello, perchè se si spande la rende tutta amara.
Amaro come la vista di mia moglie: sapevo che avrebbero invitato anche lei, non mi aspettavo altrimenti. Le separazioni famigliari creano problemi e disagi anche agli amici comuni che spesso non sanno scegliere quale amico tenere.
A cerimonia finita la gente continua a chiacchierare nel piazzale, sotto il bel sole che ride con loro. Avvicino gli amici, faccio gli auguri al cresimato, trovo una scusa, me ne vado.
Guido senza una meta, mi fermo chissà dove. Vorrei restare solo, ma non c'è un prato, un bosco, uno spiazzo lontano da sguardi interrogativi. Non ci sono vie davvero deserte. Ovunque questa umanità distratta ti insegue, curiosa solo di chi non cerca altro che di restare solo con sé.
Vago ore e ore, se mi siedo su un marciapiede vedo lo sguardo curioso di chi non mi riconosce per mendicante, se sono su di un muretto ecco chi mi tiene d'occhio domandandosi se voglio gettarmi da basso e pronto a fare l'eroe per salvare una vita che volesse eventualmente perdersi.
Mi ritrovo davanti alla chiesa dell'adorazione perpetua: è una chiesa dove i fedeli si alternano nell'adorazione dell'Eucarestia giorno e notte. Ecco un posto dove posso stare solo, io con me stesso e con Dio.
Nella piccola cappella laterale, nella semiombra, un uomo seduto legge. Tutta la luce è proiettata sull'ostia nell'ostensorio.

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