L'Ultima Notte
L'ultima
notte
Mangiamo
distratti un piatto di pasta al pomodoro per cena, mi chiede
dell'ufficio, le reazioni dei dipendenti, se si è saputo di noi
chiusi nell'ascensore e se ridono. Parliamo del nuovo governo, della
donna al ministero dell'integrazione, primo ministro di colore nella
storia della Repubblica.
Mi
fa vedere alcune cose che ha scritto in rete sui vari blog, su
Twitter, su Facebook. Poi andiamo a letto.
«Non
dirai sul serio, spero! Come fai a tornare in quel vicolo cieco? Vai
avanti, fammi il favore, guardati attorno, hai ancora tante cose da
fare, sei una persona in gamba con tanta energia e tante risorse, non
rovinarti la vita. Puoi avere tutte le donne che vuoi, basta che ti
liberi dalle tue paranoie. Guarda Dorotea, è cotta di te, perchè
non te ne accorgi? … No, non dirmi? Ci sei andato a letto? Quando
ho fatto il suo nome hai avuto uno scatto! Non ci posso credere!
Bene, sono contenta, vedi che ho ragione, non c'è nessun bisogno che
tu torni a casa da tua moglie a fare il martire, per orgoglio,
presunzione o moralismo che sia.»
Diavolo
di una donna, come ha fatto a capire di Dorotea in una manciata di
secondi, senza che dicessi una sola parola?
«Ho
promesso», dico disperato.
«Tutti
noi facciamo errori nella vita, ma la vita è più grande dei nostri
errori, devi andare oltre, siete voi cattolici a parlare di umiltà,
non è vero? Allora ammetti che hai fatto un errore quella volta a
promettere fedeltà a tua moglie e vai avanti, oltre, costruisctiti
un'altra vita, riprendi in mano il tuo futuro.»
«Scusa
Luisella ma non hai capito. Non è la promessa a mia moglie che mi
lega. Le promesse tra persone valgono quel che valgono
reciprocamente, cioè: se io prometto ad un tale un chilo di mele per
un euro e quel tale non mi dà un euro, io non sono tenuto a dargli
il chilo di mele. Ma qui si tratta di promesse fatte a Dio e con Dio
non c'è storia, Lui mantiene sempre.»
«Ma
cosa significa: che una volta sposati due non possono più
ripensarci? Neppure se lui la picchia, se è un alcolizzato, un
violento, se è fuori di testa?»
«Perchè
gli esempi ti vengono meglio quando nei panni del carnefice c'è lui?
E se invece il carnefice fosse lei?» scherzo triste.
«Non
importa, cogli il senso. Come fai a pensare che una persona debba
portare per tutta la vita il peso di una scelta sbagliata? Mi sembra
assurdo, non riesco a vederti schiavo di quella donna meschina, avida
e cattiva. Con tutto quello che potresti fare e vivere ancora! Ti ho
visto rabbuiarti ogni volta che si parlava di lei: lascia perdere,
dimenticala!»
«Io
non ho alcuna difficoltà a dimenticarla, anzi. La sua vista, la sua
voce, la sua vicinanza mi tolgono il respiro, mi opprimono. È vero,
avrei un sacco di cose da fare, tante idee: quando penso che lei può
metterci le mani sopra perdo ogni entusiasmo. Perchè lo sai vero che
la metà delle quote della società è sua?»
«Non
importa, lasciale tutto e ricomincia. Tu e Dorotea: ti seguirà
ovunque.»
«Dovrei
lasciare a casa un sacco di gente, Luisella»«E con questo? Non sei
mica il loro tutore. Pazienza, si arrangeranno e comunque ti
capiranno. Poi pian piano, quando sarete ripartiti, li richiamerai
uno ad uno, se non avranno trovato alternative. Ma non puoi
suicidarti così.»
«Hai
ragione, si possono fare molte cose e trovare molte alternative, ma
resta Dio. Non si può passare oltre.» Restiamo in silenzio. Dalla
finestra strisce di luce si stagliano sul soffitto, lei è appoggiata
al mio petto, le accarezzo la schiena.
«Questo,
il tuo è un mondo che non capisco. Che senso ha un Dio che fa leggi
contro gli uomini, che lega coloro che credono in Lui? Mi sembra
davvero un circo assurdo: ti fa incontrare una donna, te ne fa
innamorare, e te la proibisce? Ti lega alle tue promesse senza alcuna
considerazione di ciò che puoi aver vissuto, di come sei cambiato?
Di ciò che Lui stesso ti ha fatto vivere? Mi sembra un Dio molto
crudele, disumano, ti dirò.» Le sue parole galleggiano nel
silenzio, sussurrate con dolcezza, senza astio, senza ironia, come
carezze. «Il Dio cattolico è un Dio duro, crudele. Non ha avuto
pietà neppure per suo Figlio, d'altra parte, come puoi sperare che
abbia pietà di te? Non si è impietosito vedendo suo Figlio in
croce, ti lascerà nelle mani di tua moglie se non sarai tu a
liberartene. Fallo per te, liberatene, non te lo meriti, o fallo per
me, per Dorotea, per tutte le donne che puoi far felici con un solo
no.»
Mentre
parla scendo con le mani tra i seni e tra le gambe e il suo sesso
bagnato, lei freme, si inarca, facciamo l'amore.
Esausti
ci lasciamo andare sui cuscini, infine ritrovo il filo del discorso:
«Sarebbe un no a Dio, come faccio? Cosa resta se dici no a chi ti ha
creato?»
«Ma
fare all'amore con me o con Dorotea o andare a prostitute non è già
dirgli di no? Non è già andare contro la sua volontà? Allora
perchè non sei coerente? Accetta il fatto che essere coerente con il
tuo Dio sia impossibile, cerca un altro ideale più realizzabile,
alla tua portata, qualcosa che ti faccia felice e faccia felice
quelli che ti sono attorno» insiste lei con un dolore nella voce che
viene dalla profondità dei secoli, un dolore che fa delle sue parole
una musica, un lamento antico.
«Io
non sono schiavo delle mie incoerenze, amore mio» mi sorprendo di
averla chiamata “amore mio”, come una fiamma dolce mi scivolasse
dentro. «Per le incoerenze e i peccati c'è la confessione. Ma per
chi scende dalla croce non c'è nessun perdono possibile.»
«Il
tuo è un Dio strano. Ti chiede l'impossibile sapendo che non lo puoi
fare e si prepara già a perdonarti. Davvero difficile da capire.»
«Si
è un Dio strano. Ma come posso farne senza?»
Commenti
Posta un commento