Non capisco
Il direttore del Gazzettino risponde ad una mia lettera sostenendo che : "la quantità di evasori continua ad essere scandalosamente alta e
insostenibile per la nostra economia. Per stanarla non esiste altra
strada che verifiche e controlli".
Il suo giornale in questi giorni pubblica anche le seguenti notizie:
Mah, davvero non capisco se assistiamo in generale a proclami astratti o se ci sia un minimo di riflessione sul contesto.
Invocare più verifiche e controlli significa aumentare la burocrazia. Nello stesso tempo si riconosce che la burocrazia è il principale freno allo sviluppo del nostro paese.
Epperò non ci si interroga di quale sia la differenza tra un imprenditore che si suicida e uno che campa felice e contento.
Sarei molto contento se mons.Moraglia dedicasse qualche minuto a questa riflessione: ciò che esaurisce un imprenditore non è la quantità di ostacoli che deve affrontare tutti i giorni, ma il clima di incertezza e irrazionalità in cui viviamo.
I miei genitori mi dicevano: male non fare, paura non avere.
Oggi non vale più. Nessuno può essere del tutto certo che una verifica nella propria azienda non evidenzi gravi o gravissime violazioni. Nessuno in Italia è in grado di dare a chicchessia indicazioni esaustive sulla condotta da tenere per non incorrere in sanzioni. Nessuno è in grado di elencare tutte le leggi applicabili ad un qualunque minuscolo settore.
Se si auspicano maggiori verifiche e controlli, si deve prima pretendere un corpus legislativo adeguato al cittadino medio: chiunque deve essere in grado se vuole di rispettare le leggi.
Caro Patriarca: la differenza tra gli imprenditori che si suicidano e quelli che fanno la bella vita, è la coscienza. Perché un qualunque cittadino italiano non è in grado di pagare sia le tasse sia le sanzioni, oltre ai costi collaterali necessari per rispettare le leggi (commercialista, pro-memoria delle scadenze, gestione della contabilità intra-aziendale, etc). Al contrario i bellimbusti, coloro che hanno fatto dell'evasione il loro modus vivendi, eventualmente pagano le sanzioni. Le pagano con quello che hanno risparmiato di tasse e controllo di gestione e ci guadagnano pure.
Ora, la domanda è: dove è statisticamente più probabile trovare i fessi che pagano sia le tasse che le sanzioni? Ipotesi: nel mondo cattolico. Verifica: gli imprenditori suicidatisi da che area geografica provenivano? Da aree con alta o bassa percentuale di frequentatori della messa domenicale?
Basterebbe poco per verificare la mia ipotesi. Io per me non ho dubbi.
Coloro che non si fanno scrupoli forse si suicidano lo stesso, ma non perché non riescono a pagare gli stipendi ai propri dipendenti.
Il suo giornale in questi giorni pubblica anche le seguenti notizie:
- Costituita associazione di solidarietà per gli imprenditori suicidati e finanziamenti per sostenere il credito agli imprenditori a rischio
- Il presidente del consiglio dei Ministri prof.Monti dichiara che gli imprenditori sono più spaventati dalla burocrazia che non dal costo del lavoro
- Il patriarca di Venezia mons.Moraglia dichiara che la Chiesa ha sottovalutato le problematiche degli imprenditori e la pressione psicologica cui sono sottoposti
Mah, davvero non capisco se assistiamo in generale a proclami astratti o se ci sia un minimo di riflessione sul contesto.
Invocare più verifiche e controlli significa aumentare la burocrazia. Nello stesso tempo si riconosce che la burocrazia è il principale freno allo sviluppo del nostro paese.
Epperò non ci si interroga di quale sia la differenza tra un imprenditore che si suicida e uno che campa felice e contento.
Sarei molto contento se mons.Moraglia dedicasse qualche minuto a questa riflessione: ciò che esaurisce un imprenditore non è la quantità di ostacoli che deve affrontare tutti i giorni, ma il clima di incertezza e irrazionalità in cui viviamo.
I miei genitori mi dicevano: male non fare, paura non avere.
Oggi non vale più. Nessuno può essere del tutto certo che una verifica nella propria azienda non evidenzi gravi o gravissime violazioni. Nessuno in Italia è in grado di dare a chicchessia indicazioni esaustive sulla condotta da tenere per non incorrere in sanzioni. Nessuno è in grado di elencare tutte le leggi applicabili ad un qualunque minuscolo settore.
Se si auspicano maggiori verifiche e controlli, si deve prima pretendere un corpus legislativo adeguato al cittadino medio: chiunque deve essere in grado se vuole di rispettare le leggi.
Caro Patriarca: la differenza tra gli imprenditori che si suicidano e quelli che fanno la bella vita, è la coscienza. Perché un qualunque cittadino italiano non è in grado di pagare sia le tasse sia le sanzioni, oltre ai costi collaterali necessari per rispettare le leggi (commercialista, pro-memoria delle scadenze, gestione della contabilità intra-aziendale, etc). Al contrario i bellimbusti, coloro che hanno fatto dell'evasione il loro modus vivendi, eventualmente pagano le sanzioni. Le pagano con quello che hanno risparmiato di tasse e controllo di gestione e ci guadagnano pure.
Ora, la domanda è: dove è statisticamente più probabile trovare i fessi che pagano sia le tasse che le sanzioni? Ipotesi: nel mondo cattolico. Verifica: gli imprenditori suicidatisi da che area geografica provenivano? Da aree con alta o bassa percentuale di frequentatori della messa domenicale?
Basterebbe poco per verificare la mia ipotesi. Io per me non ho dubbi.
Coloro che non si fanno scrupoli forse si suicidano lo stesso, ma non perché non riescono a pagare gli stipendi ai propri dipendenti.
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